Cosa ti spinge a scrivere?
La consapevolezza di non saper fare al meglio altre cose. Così sforno libri più che pietanze. Scherzo. Scrivere è una molla interiore che mi accompagna da sempre. Non devo far altro che assecondarla.

Di cosa parla il tuo ultimo libro?
Donne da morire Cronache di relativa anaffettività. Il titolo credo suggerisca qualcosa… È la storia di un uomo che, pur avendo collezionato tantissime relazioni, non si è mai veramente innamorato. Si convince perciò di essere anaffettivo, anche se… Ma meglio leggerlo, no? In Fabrizio, il protagonista, e nelle tante donne del romanzo, credo possano rivedersi in molti.

Come trovi l’ispirazione per scrivere?
A volte lo spunto e la modalità vengono da precise richieste esterne. Altrimenti da pulsioni del momento, le più varie.

A chi ti ispiri?
A nessuno in particolare, mi lascio invece trasportare dalla storia. Quindi, più che da chi, direi da cosa. Mi piacciono le situazioni e le storie ai limiti, lo straordinario rispetto all’ordinario, l’eccezione più che la regola.

Tre libri da portare con te su un’isola deserta…
Ma ci sono finita volontariamente o mi ci hanno mandato? Sant’Elena non è l’isola dei Famosi, per quanto… Come che sia, dovendo affrontare difficoltà di vario genere su un’isola deserta, porterei con me testi che tengano alto il morale, ma diano anche un pizzico di allegria alla permanenza in solitudine. Anzi, ora che ci penso, più che portarmeli li scriverei io stessa. Se vengono fuori delle frittate, almen se magna!

(Testo e immagine: per gentile concessione di NeP Edizioni)

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